Gli Ordini di Alcantara, Calatrava, Sant'Jago e Montesa
La penisola iberica, per l'insediamento prolungato degli
arabi su gran parte del suo territorio avvenuto sin dal VII secolo, fu teatro
di uno strenuo confronto tra musulmani e cristiani con largo anticipo sulle
crociate.
La guerra di liberazione dall'invasione araba, la reconquista intesa
come guerra d'indipendenza religiosa e nazionale, inizia però soltanto
nel 1214, quando Alfonso VIII di Castiglia sconfigge l'esercito arabo in una
grande battaglia campale alle Navas de Tolosa. L'unione di tutti i re cristiani
di Spagna e Portogallo è pressoché totale. Nel 1248 cadono i califfati
di Cordova e Siviglia. Gli arabi vengono ricacciati anno per anno verso il mare.
Nel 1294 i castigliani giungono allo stretto di Gibilterra, dov'era sbarcata
sette secoli prima l'orda islamica dell'emiro Tarik. Da quel momento solo il
regno di Granada è musulmano, e lo rimarrà fino al 1492.
E' negli anni più turbinosi ed intensi della riscossa cristiana che si
costituiscono i grandi ordini di Calatrava (1158), di Alcantara (1176) e di
Sant'Jago della Spada (1170) in Castiglia e Leon; e d'Avis (1146) e del Cristo
(1319) in Portogallo.
Le loro storie si assomigliano, poiché tutti, con sfumature diverse solo
in apparenza, nascono in funzione della guerra contro gli arabi. Ed oltre ad
assomigliarsi, in certi casi, si intersecano. Fino a risolversi nella fusione
di più ordini in uno, come accadde per quelli di Calatrava, di Alcantara
e di Avis.
Fondatore dell'Ordine di Calatrava fu Sancio III, re di Castiglia, con l'intento
di creare una milizia cavalleresca su modello di quella templare. Lo chiamò
di Calatrava per ricordare un'epica impresa di suo padre Alfonso il Guerriero,
che nel 1147 aveva strappato la città ai mori e l'aveva consegnata ai
templari. Qualche anno dopo, tuttavia, nel 1155, questi ultimi l'avevano restituita
a Sancio, non essendo in grado di assicurarne la difesa.
Risolse la questione un monaco cistercense, fra' Diego Velasquez, che chiese
di rilevare la città in nome del proprio abate, impegnandosi a difenderla.
Ci riuscì, grazie al fervore delle sue prediche, che fecero confluire
in difesa di Calatrava migliaia di uomini- e offerte in denaro- da tutta la
Spagna e anche dalla Francia. Così, protetta da una guarnigione di ventimila
armati, Calatrava fu salva. E Sancio deliberò la costituzione del nuovo
Ordine, templare per quanto concerneva il meccanismo militare, cistercense per
obbedienza religiosa.
I cavalieri di Calatrava divennero presto popolari nella cristianità
iberica per le numerose sconfitte inflitte ai mori, ma battuti nel 1193 ad Alarcos
dall'emiro Yacoub-ben-Tousef, vennero in gran parte massacrati. Perduta con
questa battaglia la città di Calatrava, i cavalieri trasferirono la propria
sede a Ciruelos, poi a Salviaterra e successivamente in altre piazzeforti, finché
Alfonso IX, dopo aver sconfitto gli arabi nella città di Las Navas de
Tolosa, offrì loro la città riconquistata di Alcantara.
Qui la storia dei cavalieri di Calatrava si interseca con quella di un altro
ordine, poiché, non potendo tenere con le proprie sole forze Alcantara
e le altre piazzeforti loro affidate, cedettero la città (1214) ai cavalieri
di San Giuliano di Pereiro. Questi ultimi, costituiti in milizia cavalleresca
nel 1176 da Ferdinando II di Leon, sempre allo scopo di combattere i mori, presero
dopo qualche anno (1218) il nome di cavalieri di Alcantara, divenendo di fatto
una propaggine dell'Ordine di Calatrava. Al quale peraltro si era unito nello
stesso periodo l'Ordine di San Benedetto d'Avis, fondato nel 1146 dal re del
Portogallo Alfonso I Enriquez, compagnia celebre anch'essa per la magnificenza
delle imprese compiute contro le forze islamiche, alle quali aveva tra l'altro
strappato la città di Lisbona.
La fusione con milizie cavalleresche di tale prestigio non giovò all'Ordine
di Calatrava che, nonostante il suo primato riconosciuto, ne uscì indebolito.
Inevitabili contrasti tra cavalieri orgogliosi delle proprie origini determinarono
un progressivo deterioramento dei rapporti all'interno dell'istituzione. Prolificarono
a questo modo le fazioni e le manovre di potere, favorite peraltro dal fatto
che ciascuno dei tre ordini aveva conservato intatta una propria identità
cavalleresca, caratterizzata da regole specifiche, non sempre coincidenti con
gli statuti formulati dopo l'unificazione. Dopo quasi due secoli di travagliata
vita comune, dunque, i cavalieri d'Avis si distaccarono da quelli di Calatrava
(1383) per rientrare sotto l'ala del re del Portogallo Giovanni I, che nominarono
Gran Maestro. Allo stesso modo, qualche anno dopo, i cavalieri di Alcantara
elessero un proprio Gran Maestro, riacquistando l'originaria autonomia. Va detto,
per dare un'idea di quanto intricato fosse l'assetto istituzionale della cavalleria
iberica, che lo stesso ordine di San Giuliano del Pereiro, divenuto poi di Alcantara
e assorbito da quello di Calatrava, era stato in origine costituito grazie all'unione
di un certo numero di cavalieri di Calatrava e di Sant'Jago della Spada.
"Llibre regla del orden de Santiago"-1529 appartenuto a Salvatore Aymerich |
L'Ordine di Sant'Jago è il più simile,
per gli scopi prefissi, a quelli sorti all'inizio della crociata in Terrasanta.
Nasce infatti per iniziativa di tredici gentiluomini che si assumono il
compito di proteggere dalle scorrerie degli arabi i pellegrini diretti al
santuario di Compostela, meta tra le più venerate d'Europa. Come
gli ospitalieri, come i templari, come i teutonici in outremer, i
tredici gentiluomini diventano ben presto una legione, e da semplici protettori
dei pellegrini si trasformano in truppa scelta di prima linea. Sembra che per proteggere l'itinerario dei pellegrini in forze così esigue quali erano inizialmente, i cavalieri di Sant'Jago avessero adottato il sistema arabo dei ribat. In tal modo venivano chiamati piccoli presidi disseminati lungo tutte le frontiere dell'Islam, tenuti non da militari ma da comuni fedeli, che ivi trascorrevano il tempo pregando e sorvegliando il territorio circostante. La costruzione di un ribat avveniva per iniziativa individuale o di piccoli gruppi di persone, ed era considerata opera religiosa altamente meritevole in quanto destinata a contribuire al successo della guerra santa. Un altro ordine cavalleresco importante e degno di essere menzionato è l'Ordine di Montesa. Prima dell'unificazione della Spagna (1516) almeno due sardi furono appartenenti a quest'ordine: Giovanni Manca Zatrillas (1508) e Salvatore Tola de Coronell (1503). Altri sardi del medesimo ordine, più tardi, furono Cosimo Aymerich Bellit (1605), Simone Daxart Castelvì (1606), Giovanni Guyo' (1617), Andrea Manca Virde (1607), Francesco Quesada Pilo (1690), Francesco Ravaneda Cariga (1622), Giovanni Zapata Zapata (1605). Gli ordini però nei quali i sardi furono più numerosi sono: Sant'Jago (oltre 50 di cui esistono i relativi fascicoli processuali), Calatrava (oltre 30 di cui esistono i fascicoli) e poi Alcantara (almeno 15 di cui esistono i fascicoli). |
Di molti altri personaggi esistono le menzioni poiché
i fascicoli sono andati perduti nel tempo.