Villa d'Orri (Sarroch)
Quando nel 1774 Don Giacomo Manca Amat acquistò il terreno nella zona denominata "Vigna di Orri" dai coniugi Palmas, non esisteva ancora una costruzione che potesse definirsi padronale, bensì una ventina di case rustiche con porticati e cortili, la chiesa dedicata alla SS. Vergine del Carmelo o Santa Maria di Orri, una bottega, la cosiddetta Ostaria Vecchia, sorta forse sul luogo dell'antica stazione di posta della strada romana da Nora a Cagliari, due giardini, un orto chiuso, due mulini, una fonte, la vigna e circa duemila alberi da frutto. Nella nutrita serie di documenti riguardanti le terre di Orri, compreso l'atto di vendita al negoziante Vallacca (1791) poi rescisso due anni dopo per insolvenza del compratore, non si trova alcun cenno sulla presenza di una villa. Nel 1799 Don Giacomo, quasi settantenne, trasferitosi
di nuovo a Sassari e non potendo seguire i suoi affari nella capitale, cedette
al figlio Stefano il predio di Orri. Ed è a quel periodo che si può
pertanto far risalire la costruzione della villa o la ristrutturazione di
uno dei caseggiati rustici. La Villa conobbe un nuovo periodo di sviluppo con
Don Vincenzo Manca Aymerich. Ai primi del Novecento, dopo il suo matrimonio
con Donna Sofia Franchetti, appartenente ad una nobile e facoltosa famiglia
toscana, Don Vincenzo restaurò la villa per farne la propria residenza
d'elezione durante i suoi soggiorni nell'isola. Risanate dalla malaria le
terre circostanti, ripuliti il parco e l'accesso al mare, Orri divenne di
nuovo un luogo di villeggiatura, particolarmente apprezzato nel periodo
estivo. Notizie tratte da "Nobiltà di spada, nobiltà di terra. Storia della famiglia Manca" di Maria Gerolama Messina dal libro "Orri, reggia segreta di Sardegna" Janus Editore.
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