Pozzomaggiore e la sua baronia

A seguito della capitolazione di Nicolò Doria, la maggior parte dei territori attorno a Monteleone furono divisi tra Bosa, Alghero e Sassari, la restante parte, con i ruderi di Bonveì ed i villaggi superstiti fu venduta ad alcuni tra i maggiori protagonisti dell’impresa appena conclusa: Serafino di Montañans ottenne in dono Giave e Cossoine, a Giacomo, Giovanni e Andrea Manca furono concesse per modico prezzo Thiesi, Cheremule e Bessude, Salvatore Posula fu ricompensato col salto di Planu de Murtas, Pietro de Ferraria per poco prezzo riuscì ad avere Mara, Padria e Bonveì, Pozzomaggiore, infine fu ceduto a Francesco Melone.
Il primo feudatario di Pozzomaggiore fu dunque Francesco Melone che venne investito dal Re Alfonso con data 14 luglio 1436.
Pozzomaggiore rimase ai Melone per una dozzina d’anni; poi, a causa dei grossi debiti contratti, venne venduto a Pietro de Ferraria con atto notarile del 14 novembre 1444. Da Pietro il feudo passò al figlio Francesco Pietro, che morì ancora giovane combattendo al servizio del Re Alfonso. A Francesco Pietro succedette come erede testamentario il figlio, ancora ragazzo, Pietro Martino con atto di investitura del 2 maggio 1458 in cui il viceré, constatando la fedeltà e l’attaccamento della famiglia alla Corona, concedeva a Pietro Martino, per sé ed i suoi eredi, l’investitura delle ville e dei territori che aveva ereditato dal padre (oltre a Pozzomaggiore, le ville di Padria e Mara, nonché di Bonveì che aveva acquistato nel 1436, ed elevata poi a Baronia, il salto di Arquemor, il salto di Planu de Murtas (venduto da Salvatore Posula con atto del 2 aprile 1455), la villa spopolata di Musitano nonché i beni privati in Alghero.
A seguito di una lunga lite intentata dai Melone, il feudo di Pozzomaggiore ritornò nuovamente ai Melone. Francesca Melone, infatti, sposata con Andrea Virde, ne prende possesso con atto del 14 febbraio del 1575.
Designato dalla madre con testamento del mese di aprile del 1602, le succedette il figlio Pietro Virde Melone il quale ottenne l’investitura con atto del 15 marzo 1603. A Pietro succedette il figlio primogenito Francesco che ereditò dal padre, oltre la villa di Pozzomaggiore ed il salto di Planu de Murtas anche il Salto spopolato della Minerva. Morendo senza eredi diretti, Francesco designò come erede testamentario di tutti i suoi beni il fratello Andrea, il quale ne ottenne l’investitura con diploma del 29 gennaio 1619.
Ad Andrea succedette infine Angelo, figlio terzogenito di Pietro e fratello minore di Andrea. L’investitura gli venne concessa in data 19 ottobre 1624. Ad Angelo, morto senza discendenti maschi, succedette nel 1650 Donna Caterina Virde, sua unica figlia ed erede universale.
Da Caterina Virde, morta senza figli, il feudo passò dapprima alla famiglia Manca.
Tale passaggio è dovuto al fatto che Angelo Virde, oltre alla figlia Caterina, aveva una sorella, Donna Giovanna, maritata col Conte di Bonorva Don Francesco Ledà.
Dal loro matrimonio era nata Donna Caterina Ledà Virde, sposatasi col Marchese di Mores Don Giacomo Manca. Tenendo conto di questa discendenza in linea collaterale femminile, una loro figlia, Donna Maria Manca Ledà, rivendicò l’eredità di Caterina Virde, ultima signora di Pozzomaggiore. Con la morte di Donna Maria, nonostante l’opposizione degli Aymerich che si erano impossessati della contea, succedette legittimamente nel feudo la sorella Donna Giovanna Manca Ledà che venne investita formalmente, assieme al marito Don Giovanni Battista Tola, nel 1701. Alla sua morte le succedette la figlia Donna Caterina, moglie di Don Gavino Amat Manca che trasmise il feudo al figlio primogenito Don Antonio, il quale, a sua volta, lo trasmise ai discendenti della famiglia Amat.

Fonti bibliografiche: