La Baronia di Senis

Il primo Signore dell’incontrada di Senis è Luigi Ludovico Pontons, cavaliere dell’Empurdan. La sua famiglia, di origine catalana, si trasferisce a Cagliari agli inizi del XV secolo.
Il Re Don Alfonso, con diploma del 1 marzo 1417, concede a Luigi Pontons, che aveva militato come cavaliere sotto il Re Martino il Vecchio e Ferdinando, le terre di Nurallao, Mogorella, Senis, Assolo e Ruinas del dipartimento di Parte Valenza e le terre di Sorradile, Fordongianus, Bidoni, Ardauli, Sorrey e Lodù del mandamento di Parte Barigadu.
La concessione del feudo, secondo il costume d’Italia, prevede la successione dei soli maschi, a cominciare dai primogeniti, che ereditano per intero la proprietà e la trasmettono agli eredi e ai successori con tutti i privilegi.
Il sovrano concede il feudo a Luigi Pontons col mero e misto imperio e con ogni altra giurisdizione civile e criminale ma ritiene per sé il dominio, il laudemio domenicale, la fatica di 30 giorni degli abitanti dei villaggi, l’appellazione al sovrano e con l’indicazione che non sia proclamato altro sovrano all’infuori del re.
Il feudatario deve considerarsi come un ufficiale regio e il feudo non può essere concesso ad altri che non sia Catalano, Aragonese o Sardo fedele al Re; inoltre non può essere donato, venduto o trasferito o alienato; non può essere diviso in due o più parti, né affidato a due o più persone, né esteso per via di matrimonio senza permesso speciale del Re. Il Re chiede per sé e per i suoi successori che siano mantenuti in perpetuo servizio nove cavalli armati e cavalieri muniti di sufficiente armatura per tre mesi all’anno arruolati fra i vassalli. Se sarà necessario tenerli oltre i tre mesi, sarà concesso loro uno stipendio.
Il feudatario è inoltre tenuto a mantenere il domicilio nel feudo e non delegare un sostituto, ma viverci come un capofamiglia.
Nel 1418, con l’unificazione del nord e del sud della Sardegna sotto il dominio aragonese, Luigi Pontons diventa il primo viceré aragonese dell’isola.
Il 1° marzo 1421, il Pontons vende contemporaneamente i villaggi di Parte Valenza a famiglie diverse, e precisamente: Senis ai Carbonell, Assolo ai Botter, e Ruinas e Mogorella ai Madello (o Madeddu) di Guspini per 421 lire, 13 soldi e 4 denari di moneta alfonsina per ciascuna vendita. La villa di Nurallao viene ceduta il 16 luglio 1432 a Ludovico d’Aragall e da lui devoluto alla Corona; l’8 luglio 1436 viene incorporato nel viscontado di Laconi e Sanluri sotto la signoria di Giovanni de Sena. Sui restanti villaggi del Barigadu i documenti tacciono fino al 1462 quando li troviamo incorporati nel feudo di Neoneli, sotto la signoria di Salvatore Cubello, Marchese di Oristano e Conte del Goceano.

Con atto del 1° marzo 1421 Francesco Carbonell, come detto, acquista la villa di Senis tramite il procuratore Giovanni Civiller per il prezzo di 421 lire, 13 soldi e 4 denari di moneta alfonsina, con gli stessi diritti, privilegi, territori e pertinenze che possedeva Luigi Pontons, con il mero e misto imperio, con l’esercizio della giurisdizione civile e criminale. Nel 1423 Francesco Carbonell diventa Procuratore Reale, e con atto dell’8 novembre 1431 restituisce alla corona il feudo di Senis.
Giovanni di Montalba, Procuratore Reale, autorizzato con carta reale del 1432, rivende il villaggio di Senis a Pietro Joffrè di Cagliari.
Pietro Joffrè, dunque, dopo aver acquistato nel 1426 dai Botter la Signoria di Assolo, nel 1429 dai Madello Ruinas e Mogorella, acquistò nel 1432 il feudo di Senis con il mero e misto imperio e con ogni altra giurisdizione.
Nel 1436 Pietro Joffrè è nominato vicario reale di Cagliari per cinque anni; in questa occasione egli chiede al Re che gli siano riconosciuti gli acquisti fatti con la possibilità di poter ereditare con le femmine, dal momento che non possiede figli maschi. Da Trani, dove il Re Don Alfonso si trova, giunge la risposta ed il decreto di concessione dei privilegi richiesti in data 10 luglio 1436.
La concessione di Don Alfonso è molto precisa: dal feudo more italico viene aggiunta la prerogativa dell’ampliamento della successione alle donne (in assenza di eredi maschi), ma non viene stabilita una graduatoria di precedenza per cui è facile che nascano malintesi e litigi per applicarla.
In data 3 settembre 1436 Don Alfonso fa pervenire a Pietro Joffrè un altro diploma con ulteriori privilegi e concessioni in modo tale che il feudo resti in perpetuo a Pietro Joffrè e ai suoi eredi e perché abbiano piena autorità nelle ville di Senis e possano recuperare il prezzo e il valore del feudo, tenendo conto dei miglioramenti successivi. Pietro Joffrè può essere considerato il primo vero Barone di Senis, anche se il decreto non fa esplicito riferimento.
Pietro Joffrè sposò Sibilla Botter ebbe due figlie: Caterina e Giovanna. Caterina sposò il nobile Pietro de Cardona e Giovanna andò in sposa al cavaliere Francesco Tomich.
Alla morte di Pietro, vengono dichiarate eredi dei possedimenti del castro di Cagliari le figlie Caterina e Giovanna. Il 12 settembre 1460 il Re Don Giovanni d’Aragona concedette l’investitura del feudo delle ville di Senis, Assolo, Ruinas e Mogorella a Caterina Joffrè, moglie del nobile Pietro De Cardona. Con il matrimonio tra Caterina e Pietro De Cardona il feudo di Senis passa alla nobile famiglia dei Cardona.
Nel 1470 Pietro De Cardona riceve l’investitura per le ville in qualità di padre ed amministratore dei beni di Caterina Paola, nata dal suo matrimonio con Caterina Joffrè.
La successione di Caterina Paola De Cardona viene approvata dal Re in virtù del privilegio concesso da Don Alfonso il 10 luglio 1436; egli plaude e conferma che in difetto di eredi maschi possano succedere le famiglie per speciale grazia, nonostante che il feudo sia costituito more italico.
Pietro De Cardona è invitato a prestare il giuramento di fedeltà e l’omaggio al sovrano in nome della figlia per i villaggi di Senis. Il documento porta la data del 31 luglio 1470.
Caterina Paola (sposa di Pietro Besalù) nel 1486, con il consenso della sorella Isabella, vende la villa di Senis in favore di Antonio Bernardino Margens, per il prezzo di 6.500 libbre di moneta corrente, di cui 1.500 per Isabella. Antonio Bernardino Margens diventa dunque il nuovo possessore delle ville di Senis, Assolo, Ruinas e Mogorella, con il mero e misto imperio.
Alla morte di Antonio Bernardino, il feudo di Senis passa al figlio Michele. Non è una nomina immediata perché si ha la forte opposizione della sorella Isabella, sposa di Salvatore Aleu, figlia di Bernardino Margens e Fransina Oliver. La lite viene risolta a favore di Michele, dichiarato legittimo successore ed erede universale, con l’intervento del viceré Antonio De Cardona.
Riceve l’investitura il 20 dicembre 1518, anche se ha acquisito il diritto sulle ville fin dal 25 settembre 1503.
Michele Margens sposa in prime nozze Anna Aymerich ed ha tre figlie: Fransina, Caterina e Maria. In seconde nozze sposa Beatrice Fagondo ed ha due figli: Elisabetta (o Isabella) e Gian Girolamo, ultimogenito.
A Michele Margens succede il figlio Gian Girolamo. L’investitura gli viene concessa il 14 novembre 1538 dall’imperatore Carlo V per le ville di Senis, Assolo, Ruinas e Mogorella in qualità di erede universale. Dopo pochi anni, alla morte di Gian Girolamo, che non ha discendenti, scoppia una lite tra le sorelle Margens e il loro cugino Antonio, figlio di Salvatore e nipote di Antonio Bernardino, per l’eredità di Senis, Assolo, Ruinas e Mogorella. Francesca, primogenita di Michele, volendo prendere possesso del feudo, in virtù del decreto d’ampliamento alle femmine concesso dal Re Don Alfonso a Pietro Joffrè, è ostacolata dal parere negativo del regio fisco per la presenza di eredi maschi nella discendenza.
La vertenza resta accantonata per via della transazione con istrumento del 23 settembre 1544 con cui Antonio intende cedere tutte le sue ragioni sull’eredità a favore di Vincenzo Fagondo e di Fransina Margens per il prezzo di L.1.000 alfonsine, moneta di Cagliari. Altra transazione si ha il 5 dicembre 1545 con cui le sorelle minori rinunciano ai loro diritti di eredità (paterna e materna) in favore della sorella maggiore mediante il prezzo di L 6.000, moneta di Cagliari, e con un censo annuo del reddito di L.420 della stessa moneta. Il 10 novembre 1546 Fransina pronuncia il giuramento di fedeltà tramite il marito Vincenzo Fagondo e le viene concessa l’investitura dal Procuratore Reale sulle ville di Senis, Assolo, Ruinas e Mogorella. Contemporaneamente si ha un’altra investitura del feudo di Senis, quella concessa dall’imperatore Carlo V al magnifico Vincenzo Fagondo nella qualità di marito e Procuratore della magnifica Fransina Margens.
Il 7 dicembre 1546 Vincenzo Fagondo, a nome della moglie Francesca Margens, signora e possessora del feudo di Senis, riconosce al villaggio di Mogorella la qualità di villa ed impone agli abitanti il pagamento dei tributi feudali. Nel frattempo però, dopo questi avvenimenti, la baronia è in stato di abbandono e necessita di una ristrutturazione.
Il 13 febbraio 1559 si ha il testamento di Francesca Margens, moglie, in seconde nozze, di Vincenzo Fagondo, in cui dopo vari legati fatti, stabilisce come erede universale il nobile Monserrato Fagondo, suo figlio primogenito. Dispone che nel caso in cui egli venga a morire senza figli, sia dichiarata erede la figlia Elena Fagondo e i suoi figli. In caso di mancanza di eredi il feudo dovrà passare ai nipoti Don Antiogo e Mauro Bellit e i loro figli.
Il feudo dei Senis, con il matrimonio tra Francesca Margens e Vincenzo Fagondo, passa alla famiglia Fagondo.

A dieci anni dalla successione nel feudo, il 12 luglio 1569, con un dispaccio del Procuratore Reale, viene data comunicazione della concessione di dare il possesso delle ville di Senis a Monserrato Fagondo, figlio ed erede di Fransina. Nel 1569 Monserrato, prossimo a morire, fa testamento e lascia il possesso delle ville al suo unico figlio Francesco, ancora minorenne perché in pupillare età.
Il 2 marzo 1570 l’investitura di Francesco viene assunta da Alessio Nin, marito di Elena Fagondo (sorella di Monserrato), in qualità di tutore e curatore degli interessi del ragazzo insieme a Giovanni Fagondo; così è stabilito nel testamento del padre Monserrato pubblicato il 20 novembre 1569.
In precedenza c’era stato un dispaccio del Procuratore Reale del 9 settembre 1569 per concedere il possesso dell’incontrada di Senis a Francesco Fagondo, dopo la morte di Monserrato.
Alla morte improvvisa e prematura di Francesco, avvenuta il 2 maggio 1590, subentra la zia Elena, in base al testamento di Francesca Margens, e si rivolge alla Procura del Regio Fisco per avere l’investitura in virtù del decreto d’ampliamento del feudo alle femmine in assenza di eredi maschi, concesso dal Re Don Alfonso a Pietro Joffrè.
La controversia si presenta lunga e di difficile soluzione. Le sentenze stabilirono che: non essendoci altre persone superstiti che potessero succedere nel feudo di Senis; che in precedenza Fransina Margens era stata ammessa alla successione come figlia di Michele Margens in sostituzione del fratello Gian Girolamo e come Paola De Cardona; che l’essere femmina non era di ostacolo per la successione nel feudo, vista la concessione e dispensa ottenuta da Pietro Joffrè in assenza di figli maschi e legittimi, Elena Nin poteva essere investita del feudo di Senis.
L’investitura, concessa dal re Filippo, avvenne il 23 novembre 1592. Elena sposò nel 1564 Don Alessio Nin ed ebbe come figlio Antioco, a cui affidò la sua discendenza. Così il feudo di Senis passa alla famiglia Nin.
Il 26 agosto 1599 viene registrato l’atto di procura fatto dalla nobile Elena Nin, vedova di Alessio Nin, in favore di Antioco suo figlio perché in suo nome prenda l’investitura e faccia le sue parti presso ogni e qualunque tribunale.
Antioco Nin, dunque, il 20 novembre 1608 succedette alla morte della madre nel feudo di Senis, Assolo, Ruinas e Mogorella, prendendone possesso insieme con la moglie Tomasa Dedoni ed il figlio Francesco che succedette ad Antioco il 6 marzo 1612, avendo la madre Tomasa come curatrice testamentaria.
Dal matrimonio di Francesco con Geronima Sanjust nacquero quattro figli: Felice, il primogenito; Giuseppe, Francesco e Antonio.
Felice sposò Angela Marty ed ebbe come figlio Antonio. Antonio Nin risulta erede dal testamento compilato dal nonno Francesco Nin il 3 novembre 1662. Dopo vari legati dichiara di aver lasciato al suo carissimo figlio Giuseppe la sua casa di Cagliari, acquistata dal canonico Don Diego Acorrà, con l’impegno di corrispondere le pensioni annue di cui è gravata, di ospitare la moglie nella stessa casa fino alla sua morte.
Al nipote, invece, Antonio Nin Marty, figlio di Felice e di Angela Marty, poiché il padre era già defunto, affida la baronia di Senis con tutti i diritti.
Il 4 novembre 1662 avviene l’atto di possesso delle ville di Senis, Assolo, Ruinas e Mogorella, da parte di Antonio Nin, tramite il notaio Francesco Polla suo procuratore, e per esso dalla nobil donna Gerolama Sanjust, sua tutrice e curatrice testamentaria, stabilita dal testamento del nonno Francesco.
Antonio, attraverso lo zio Giuseppe, suo curatore, ottiene il possesso dei feudi il 26 novembre 1663; sposando Maddalena Manca ha per figlio Felice Nin y Manca.
Felice Nin y Manca risulta erede con testamento del 19 gennaio 1689. Egli è nato a Cagliari nel 1675 e, come richiesto dal padre nel testamento, ebbe come tutore e curatore, a causa della sua minore età, Don Francesco Masones, decano della chiesa d’Ales.
Il 24 gennaio 1689 per procura, cioè tramite il notaio Liberate Serra y Musiu di Mogorella, Felice Nin e Don Francesco Masones prendono possesso della baronia di Senis, come legittimo possessore il primo e come reggitore ed amministratore il secondo.
19 dicembre 1689 Don Francesco Masones y Nin, in qualità di zio e curatore di Felice Nin, erede della baronia di Senis, chiede al Procuratore Reale che venga loro concessa l’investitura nella forma tradizionale offrendosi di prestare il giuramento di fedeltà ed allegando tre documenti: il testamento di Antonio Nin; l’atto di possesso della baronia tramite il procuratore Liberate Serra y Musiu; l’atto di investitura concesso dal re Filippo IV ad Antonio Nin tramite il curatore e tutore Giuseppe Nin essendo in pupillare haetate.
A questo punto si apre una lunga controversia tra la procura del Regio Fisco Patrimoniale e gli eredi dei baroni di Senis per la concessione dell’investitura. La Procura, infatti, sostiene che il feudo non è stato ottenuto secondo il costume d’Italia perché c’è inclusione di estranei e inoltre i discendenti non hanno provato la propria inclusione come primo avente diritto per linea diretta, cioè avo dopo avo.
Il 13 febbraio 1890, Don Francesco Masones chiede al Procuratore del Fisco Patrimoniale che la questione venga assegnata a sentenza definitiva. Lo stesso giorno il Procuratore Francesco Rogger, dopo aver consultato le prove della discendenza di Felice Nin y Manca e constatato che Don Francesco Masones y Nin, come erede e curatore di Felice Nin, è in possesso dell’incontrada di Senis, dichiara che l’investitura deve essere concessa al solo Felice Nin dopo che è stato prestato il sacramento e l’omaggio e siano stati espletati gli adempimenti di rito. In data 27 giugno 1690 il Procuratore Francesco Rogger dispone che venga data esecuzione alla sentenza dal momento che non è stata contestata. Nel 1699 Felice Nin ottiene dal Re di Spagna il titolo onorifico di Conte del Castillo che per successione passerà ai suoi eredi.
Col matrimonio tra Felice Nin e Maria Masones de Lima i baroni di Senis e conti del Castillo diventeranno anche Baroni di Posada. Da Maria, Felice ha due figli: Ferdinando, il primogenito, e Gabriele. Gabriele si dedica alla vita militare e fa carriera nel reggimento sardo raggiungendo il grado di luogotenente colonnello. Purtroppo muore prematuramente vanificando tanti progetti. Don Ferdinando invece collabora col padre nell’amministrazione della baronia di Senis.
A seguito della morte di Felice Nin, avvenuta a Torino il 17 luglio 1742 all’età di 67 anni, Ferdinando Nin y Masones viene investito dei feudi della Baronia di Senis il 15 luglio 1743, con sentenza dell’intendente generale Conte di Castellamonte.
Il 28 giugno 1743 Ferdinando, Conte del Castillo, chiede all’intendente generale, Conte di Castellamonte, che gli venga concessa l’investitura della baronia di Senis con i salti ed i territori, offrendosi di prestare il solito e consueto giuramento e le altre cose a cui si sente obbligato. Supplica pertanto l’intendente perché voglia concedergli l’investitura secondo tradizione e nella forma solita come è stata disposta in ogni tempo. La risposta affermativa giunge il 15 luglio 1743.
Dal matrimonio di Don Ferdinando Nin con Donna Laura Zatrillas y Manca nascono due figli: Ignazio Giacomo, terzo Conte del Castillo e Marianna, Duchessa di Sotomayor.
Non si conosce la data di morte di Don Ferdinando; si presume che non sia più in vita alla data del 15 gennaio 1783. Le sue ultime volontà sono raccolte nel testamento di nuncupazione implicita del 27 agosto 1779 in cui stabilisce, in virtù delle tavole di concessione, l’ordine di successione nelle Baronia di Senis e di Posada. Al primo posto si trova Don Ignazio Giacomo, suo figlio primogenito ed erede universale, quindi Donna Marianna e, nel caso che essi muoiano senza prole, deve subentrare il Marchese di San Tommaso.
Alla morte di Ferdinando Nin subentra dunque il figlio Ignazio Nin Zatrillas. In anni difficili per i continui movimenti antifeudali, Ignazio Nin (trasferitosi in Spagna sin dal 1784) affida i suoi possedimenti a persone di sua fiducia: il marchese di Trevigno Pasqua (1792), la contessa del Castillo (1797), l’avvocato Giovanni Cesaroni (1804), il marchese di San Tommaso (1811-1815), Francesco Aymerich di Laconi (1820) e Luigi Pastous in qualità di procuratori e podatari generali.
Nel 1811 si sparge la notizia che Don Ignazio Nin sia morto in circostanze misteriose, o almeno così ritiene il Marchese di San Tommaso, che ne informa immediatamente S.R.M. Carlo Alberto vantando diritti di successione.
Don Ignazio non ha avuto figli e quindi il Marchese di San Tommaso richiede per sé la Baronia di Senis “come discendente maschio del comune quart’avolo Don Francesco Nin, attesa la natura e qualità del feudo per essere “maschile rigoroso” e concesso ad morem Italiae, come risulta dai regi diplomi, infeudazioni ed investiture da tempo in tempo state prese principiando dal primo acquisitore Don Antonio Bernardo Margens che il 29 ottobre 1486 ne fece l’acquisto”.
Quando si scopre invece che Don Ignazio vive alla corte del Re Giuseppe, in qualità di maestro delle cerimonie, i feudi di Senis e di Posada vengono confiscati ed i redditi devoluti al Regio Demanio. Il 3 aprile 1812 viene data in appalto e assegnata al Marchese di San Tommaso la Baronia di Senis per la somma da lui offerta di L.2000 comprensivamente ai pesi e all’affitto annuo.
L’avvocato fiscale Scarpinati, il 16 giugno 1812, fa sapere al Marchese di San Tommaso che il Viceré, il Marchese di Villacidro e il Console di Spagna sono informati che il Conte del Castillo vive in Spagna al servizio di Giuseppe Bonaparte e dell’occupazione che svolge a Madrid. Sono queste, egli spiega, cause perché i redditi dei feudi di Senis e Posada siano applicati al Regio Patrimonio. Persistendo le attuali circostanze politiche si augura che ci sia una dichiarazione giuridica del tribunale competente.
Le baronie di Senis e di Posada restano sotto sequestro dal 1811 al 1814 quando saranno restituite al legittimo proprietario.
Il 5 febbraio 1835 muore Don Ignazio a Cagliari lasciando alla moglie Giovanna Navoni gli anelli, i cavalli e le carrozze di sua proprietà e affidando la Baronia di Senis alla sorella Marianna che vive vedova in Spagna.
Il Marchese di San Tommaso non perde tempo e si proclama Barone di Senis; inoltre fa richiesta al Re Carlo Alberto per avere l’investitura essendo unico discendente maschio dei Nin.
Avvicinandosi il momento della liquidazione dei feudi sardi, si verifica dunque il problema dell’assegnazione delle Baronie di Senis e Posada.
Il feudo è ambito da Don Vincenzo Anastasio Amat y Amat, Barone di Sorso, di Bonvehì e del Montiferro, Marchese di San Filippo, di Soleminis, di Las Conquistas, Marchese di Albis, Commendatore della Sacra Religione e Reale Ordine Militare dei Santi Maurizio e Lazzaro, gentiluomo di Camera di S.M. il Re, Capitano Generale della Cavalleria Miliziana; egli è entrato in possesso del marchesato d’Albis proprio in virtù della sua parentela con i Masones. Anna Masones y Rodriguez, andata sposa a Don Giovanni Manca Guiso, era sorellastra di Maria Masones de Lima, nonna paterna di Ignazio e di Donna Marianna.
Il Barone di Sorso, spera che con il declino dei Nin (a quel tempo fortemente indebitati e ormai estinti per via maschile) si possa facilmente impossessare del feudo.
La lunga vicenda si conclude nel 1840 quando Maria Nin Zatrillas ottiene il riconoscimento del feudo vincendo la concorrenza del cugino Tommaso appartenente al ramo dei cavalieri Nin. Ella tratta con il governo piemontese la liquidazione della Baronia di Senis e Posada che vennero riscattate per L.8000 passando al Demanio del Regno d’Italia.

* Tratto dal libro di Giuseppe Masia “La Baronia di Senis”, Editore S’Alvure