Albero genealogico della famiglia Petretto
di Enrico Tola Grixoni
La famiglia Petretto (anche Petreto) esistita a Sassari
sin dal secolo XVI è probabilmente, come molte altre, originaria della
Corsica dove ancora esiste una località chiamata Petretto.
Lo stipite familiare noto a Sassari fu il Dottore in Ambe Leggi Giuseppe Petretto,
un borghese di buon censo e di buona cultura giuridica e teologica che, ammesso
quale familiare del Sant’Uffizio, ne divenne ben presto Consultore e,
infine, primo Consultore. Verso il 1589 sposò Petronilla Villinu, appartenente
a famiglia borghese ma ricca, i cui esponenti maschi gravitavano intorno al
Sant’Uffizio e al Comune di Sassari ricoprendo in entrambi gli Uffici
le cariche minori.
Di tali coniugi si conosce un solo figlio, ancorché di lui si ignorino
luogo e data di nascita.
Petronilla Villinu morì a Sassari nel 1619; il Dr. Giuseppe Petretto,
forte della sua notevole carriera, nel 1636 richiese il Privilegio di Cavalierato
che, peraltro, non gli venne concesso celermente per cui ebbe agio di morire
nel 1637 in età assai avanzata. Il Privilegio richiesto gli venne comunque
concesso nel 1639 con la formula “già morto come se vivente”
e profittò al figlio (è ovvio in tal caso pensare che i figli
di Giuseppe fossero più di uno altrimenti il Privilegio lo si sarebbe
potuto concedere al solo figlio unico; forse gli altri figli erano femmine che
comunque non sarebbero potute diventare Cavalieresse!). Questo figlio, chiamato
Gavino, nato presumibilmente verso il 1590, fu un personaggio assai rinomato
del suo tempo. Addottorato in Ambe Leggi, noto studioso e scrittore di argomenti
giuridici e teologici, divenne Esaminatore e Primo Consultore del Sant’Uffizio;
passò successivamente alla magistratura ordinaria con il ruolo di Giudice
Criminale e Civile della Reale Governazione di Sassari; nel 1640 venne chiamato
a sedere tra i Giudici della Real Udienza, godendo così del trattamento
nobiliare personale. Nel 1643 ottenne il Privilegio di Nobiltà Sarda
e nel medesimo anno gli venne conferito l’incarico prestigiosissimo di
Giudice delle Reali Cortes che proprio nel 1643 aprivano la loro sessione.
In qualità di Cavaliere e Nobile Sardo sedette tra i membri dello Stamento
Militare. Con Capitoli Matrimoniali del 1615 (in Arch. Amat) aveva sposato Giovanna
de Nurra Corda, figlia del Dottor Barnaba de Nurra, forse Familiare del Sant’Uffizio,
benestante possidente forse originario di Thiesi, e di Giulia Corda anch’essa
originaria di Thiesi o della vicina Borutta, dalla quale ebbe certamente un
figlio e forse due o anche più, ma non se ne ha certezza. Don Gavino
morì a Cagliari nel 1661 circondato da grande fama.
Don Ignazio Petretto Nurra fu certamente figlio di Don Gavino come si apprende
dai Capitoli Matrimoniali stesi nel 1639 per le nozze con Donna Maria de Sena
(Arch. Amat). Non avendo altri riscontri si pensa che la nascita sia avvenuta
tra la fine del 1616 o l’inizio del 1717, mentre non si ha notizia di
eventuali fratelli.
La moglie di Don Ignazio, nata da due delle più illustri famiglie di
Sardegna e, inoltre, titolare di un feudo sia pure non creato, non poté
che rendere più prestigiosa la stirpe dei Petretto che più che
per nobiltà era importante per cariche e per dottrina.
Questa nobile dama morì o sul volgere del 1670 (in ogni modo dopo il
fratello Don Francesco de Sena dal quale ereditò il feudo di Olmedo)
e certamente prima dell’agosto 1672 poiché il testamento dell’8.8.1672
della sorella Elena nomina tra gli esecutori testamentari il cognato Don Ignazio
Petretto e lo dice vedovo di sua sorella Maria. Sopravvisse a nove dei suoi
11 figli e il feudo venne ereditato dalla figlia primogenita rimastale, Donna
Vittoria (1).
Don Ignazio Petretto, che forse morì a Cagliari non si sa quando, si
sposò altre due volte e per quanto possa apparire strano di queste altre
due mogli non si conosce niente, neppure il nome. Sembra non aver avuto figli
da nessuna delle due. Con estrema probabilità, però, il celebre
Don Gavino Petretto e Giovanna de Nurra, oltre Don Ignazio, ebbero almeno un
altro figlio chiamato Don Gerolamo. Questo personaggio, di cui – come
per Don Ignazio- non si conoscono il luogo e la data di nascita e morte, dal
1641 fu Avvocato della Città e Comune di Sassari, come appare dalle carte
comunali della città stessa. Dato l’anno di esercizio della carica
ed il titolo nobiliare (la carica di Avvocato della Città di Sassari
non era tra quelle nobilitanti) è fortemente presumibile che Don Gerolamo
sia stato un figlio, nato alla fine del 1615 o nel 1616, del precitato Don Gavino,
già Avvocato all’età di 25 anni più o meno: fatto
non impossibile giacché i buoni studenti- e i Petretto lo erano- si laureavano
intorno ai vent’anni e le cariche civiche per lo più si compravano,
o meglio si appaltavano.
D’altro canto l’assoluta inesistenza di altre nobili famiglie Petretto
non lascia spazio a interpretazioni diverse.
Qualcuno ha sostenuto che Don Gerolamo non fosse figlio, ma fratello di Don
Gavino, però il Privilegio di Nobiltà Sarda fu concesso nel 1643
soltanto a Don Gavino e suoi discendenti senza menzione di collaterali, e posto
che non esiste alcun altro Privilegio di Nobiltà a favore di un diverso
Petretto, l’ipotesi non pare accettabile.
Da questo Gerolamo, o da altro ignoto figlio di Don Gavino, discese una linea,
fiorita certamente in luogo diverso da Sassari, che produsse un altro notissimo
personaggio, l’Avvocato Don Antonio Vincenzo Petretto, nemico dell’Angioy
che contrastò violentemente nel 1791 quando fu per la prima volta Giurato
Capo, vale a dire Sindaco, del Comune di Sassari, carica che gli venne riconferita
nel 1802 e nel 1811.
I discendenti di costui si trasferirono nella Villa di Sorso e colà si
estinsero, nel corso della seconda metà del XIX secolo, nella Nobile
famiglia Murgia, un ramo della quale si chiamò, appunto, Murgia Petretto.
Nota (1):
Donna Vittoria Petretto de Sena venne formalmente infeudata di Olmedo nel 1675;
precedentemente, dalla morte della madre (o meglio, dalla morte di Don Diego
de Sena Ravaneda) il feudo era stato amministrato dal padre di Donna Vittoria,
Don Ignazio Petretto Nurra.
Con Capitoli Matrimoniali del 13.12.1677 (Archivio Amat) stesi in Alghero e
nozze effettive di due giorni dopo celebrate pure in Alghero, Donna Vittoria
sposò il Barone di Sorso Don Pietro Amat Deliperi dal quale ebbe almeno
11 figli. L’erede sarebbe dovuto essere il primogenito maschio Don Ignazio
Amat Petretto (1680-1708) ma, nonostante la madre sia morta nel 1700, il feudo
di Olmedo non gli venne attribuito; stranamente venne affidato ad un consiglio
di amministrazione presieduto dal padre Don Pietro e quindi, morto prima Don
Ignazio e poi nel 1729 anche Don Pietro, infeudato insieme con Sorso direttamente
al nipote di Donna Vittoria e figlio di Don Ignazio, Don Pietro Amat Vico Zonza
all’epoca in età di 25 anni.
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