Albero genealogico della famiglia Petretto

La famiglia Petretto (anche Petreto) esistita a Sassari sin dal secolo XVI è probabilmente, come molte altre, originaria della Corsica dove ancora esiste una località chiamata Petretto.
Lo stipite familiare noto a Sassari fu il Dottore in Ambe Leggi Giuseppe Petretto, un borghese di buon censo e di buona cultura giuridica e teologica che, ammesso quale familiare del Sant’Uffizio, ne divenne ben presto Consultore e, infine, primo Consultore. Verso il 1589 sposò Petronilla Villinu, appartenente a famiglia borghese ma ricca, i cui esponenti maschi gravitavano intorno al Sant’Uffizio e al Comune di Sassari ricoprendo in entrambi gli Uffici le cariche minori.
Di tali coniugi si conosce un solo figlio, ancorché di lui si ignorino luogo e data di nascita.
Petronilla Villinu morì a Sassari nel 1619; il Dr. Giuseppe Petretto, forte della sua notevole carriera, nel 1636 richiese il Privilegio di Cavalierato che, peraltro, non gli venne concesso celermente per cui ebbe agio di morire nel 1637 in età assai avanzata. Il Privilegio richiesto gli venne comunque concesso nel 1639 con la formula “già morto come se vivente” e profittò al figlio (è ovvio in tal caso pensare che i figli di Giuseppe fossero più di uno altrimenti il Privilegio lo si sarebbe potuto concedere al solo figlio unico; forse gli altri figli erano femmine che comunque non sarebbero potute diventare Cavalieresse!). Questo figlio, chiamato Gavino, nato presumibilmente verso il 1590, fu un personaggio assai rinomato del suo tempo. Addottorato in Ambe Leggi, noto studioso e scrittore di argomenti giuridici e teologici, divenne Esaminatore e Primo Consultore del Sant’Uffizio; passò successivamente alla magistratura ordinaria con il ruolo di Giudice Criminale e Civile della Reale Governazione di Sassari; nel 1640 venne chiamato a sedere tra i Giudici della Real Udienza, godendo così del trattamento nobiliare personale. Nel 1643 ottenne il Privilegio di Nobiltà Sarda e nel medesimo anno gli venne conferito l’incarico prestigiosissimo di Giudice delle Reali Cortes che proprio nel 1643 aprivano la loro sessione.
In qualità di Cavaliere e Nobile Sardo sedette tra i membri dello Stamento Militare. Con Capitoli Matrimoniali del 1615 (in Arch. Amat) aveva sposato Giovanna de Nurra Corda, figlia del Dottor Barnaba de Nurra, forse Familiare del Sant’Uffizio, benestante possidente forse originario di Thiesi, e di Giulia Corda anch’essa originaria di Thiesi o della vicina Borutta, dalla quale ebbe certamente un figlio e forse due o anche più, ma non se ne ha certezza. Don Gavino morì a Cagliari nel 1661 circondato da grande fama.
Don Ignazio Petretto Nurra fu certamente figlio di Don Gavino come si apprende dai Capitoli Matrimoniali stesi nel 1639 per le nozze con Donna Maria de Sena (Arch. Amat). Non avendo altri riscontri si pensa che la nascita sia avvenuta tra la fine del 1616 o l’inizio del 1717, mentre non si ha notizia di eventuali fratelli.
La moglie di Don Ignazio, nata da due delle più illustri famiglie di Sardegna e, inoltre, titolare di un feudo sia pure non creato, non poté che rendere più prestigiosa la stirpe dei Petretto che più che per nobiltà era importante per cariche e per dottrina.
Questa nobile dama morì o sul volgere del 1670 (in ogni modo dopo il fratello Don Francesco de Sena dal quale ereditò il feudo di Olmedo) e certamente prima dell’agosto 1672 poiché il testamento dell’8.8.1672 della sorella Elena nomina tra gli esecutori testamentari il cognato Don Ignazio Petretto e lo dice vedovo di sua sorella Maria. Sopravvisse a nove dei suoi 11 figli e il feudo venne ereditato dalla figlia primogenita rimastale, Donna Vittoria (1).
Don Ignazio Petretto, che forse morì a Cagliari non si sa quando, si sposò altre due volte e per quanto possa apparire strano di queste altre due mogli non si conosce niente, neppure il nome. Sembra non aver avuto figli da nessuna delle due. Con estrema probabilità, però, il celebre Don Gavino Petretto e Giovanna de Nurra, oltre Don Ignazio, ebbero almeno un altro figlio chiamato Don Gerolamo. Questo personaggio, di cui – come per Don Ignazio- non si conoscono il luogo e la data di nascita e morte, dal 1641 fu Avvocato della Città e Comune di Sassari, come appare dalle carte comunali della città stessa. Dato l’anno di esercizio della carica ed il titolo nobiliare (la carica di Avvocato della Città di Sassari non era tra quelle nobilitanti) è fortemente presumibile che Don Gerolamo sia stato un figlio, nato alla fine del 1615 o nel 1616, del precitato Don Gavino, già Avvocato all’età di 25 anni più o meno: fatto non impossibile giacché i buoni studenti- e i Petretto lo erano- si laureavano intorno ai vent’anni e le cariche civiche per lo più si compravano, o meglio si appaltavano.
D’altro canto l’assoluta inesistenza di altre nobili famiglie Petretto non lascia spazio a interpretazioni diverse.
Qualcuno ha sostenuto che Don Gerolamo non fosse figlio, ma fratello di Don Gavino, però il Privilegio di Nobiltà Sarda fu concesso nel 1643 soltanto a Don Gavino e suoi discendenti senza menzione di collaterali, e posto che non esiste alcun altro Privilegio di Nobiltà a favore di un diverso Petretto, l’ipotesi non pare accettabile.
Da questo Gerolamo, o da altro ignoto figlio di Don Gavino, discese una linea, fiorita certamente in luogo diverso da Sassari, che produsse un altro notissimo personaggio, l’Avvocato Don Antonio Vincenzo Petretto, nemico dell’Angioy che contrastò violentemente nel 1791 quando fu per la prima volta Giurato Capo, vale a dire Sindaco, del Comune di Sassari, carica che gli venne riconferita nel 1802 e nel 1811.
I discendenti di costui si trasferirono nella Villa di Sorso e colà si estinsero, nel corso della seconda metà del XIX secolo, nella Nobile famiglia Murgia, un ramo della quale si chiamò, appunto, Murgia Petretto.

Nota (1):
Donna Vittoria Petretto de Sena venne formalmente infeudata di Olmedo nel 1675; precedentemente, dalla morte della madre (o meglio, dalla morte di Don Diego de Sena Ravaneda) il feudo era stato amministrato dal padre di Donna Vittoria, Don Ignazio Petretto Nurra.
Con Capitoli Matrimoniali del 13.12.1677 (Archivio Amat) stesi in Alghero e nozze effettive di due giorni dopo celebrate pure in Alghero, Donna Vittoria sposò il Barone di Sorso Don Pietro Amat Deliperi dal quale ebbe almeno 11 figli. L’erede sarebbe dovuto essere il primogenito maschio Don Ignazio Amat Petretto (1680-1708) ma, nonostante la madre sia morta nel 1700, il feudo di Olmedo non gli venne attribuito; stranamente venne affidato ad un consiglio di amministrazione presieduto dal padre Don Pietro e quindi, morto prima Don Ignazio e poi nel 1729 anche Don Pietro, infeudato insieme con Sorso direttamente al nipote di Donna Vittoria e figlio di Don Ignazio, Don Pietro Amat Vico Zonza all’epoca in età di 25 anni.

 

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