Albero genealogico della famiglia Mossa

Il primo esponente della famiglia Mossa del quale abbiamo notizie certe è il dottore in diritto Francisco Ignazio della città di Bosa, ma residente a Villacidro. Laureato in leggi, occupò l’ufficio di censore della diocesi di Ales. Suoi figli furono: Stanislao, Giovanni (noto Giovannico) e Luigi.

Stanislao, teologo e vescovo di Ampurias e Civita, morì a Napoli nell’aprile del 1825.

Giovanni o Giovannico nacque a Cagliari nel 1760; di professione avvocato, il 9 giugno 1795 fu nominato segretario effettivo della Regia Governazione di Sassari. Accompagnò ad Oristano don Giovanni Maria Angioy e proprio per questo motivo, il 25 gennaio 1796 fu citato in tribunale perché ritenuto partecipe ai moti antifeudali. Negli anni che seguirono, Giovanni Mossa proseguì la carriera all’interno dell’apparato governativo giungendo, il 31 luglio 1834, a ricoprire l’incarico di sottosegretario di direzione delle Gabelle.

Luigi, nativo di Sassari, risiedeva a Cagliari; svolgeva la professione di avvocato e nel 1790 insegnava diritto nella Regia Università di Cagliari. Si sposò con donna Maria Anna Fancello, figlia di don Joachin e di donna Francesca Torrigiani y Contena. Il loro matrimonio, da cui nacquero tre figli, attraversò momenti poco felici: il 14 luglio 1810 era in corso la loro causa di divorzio che però mai portarono a termine.
Cominciò ad interessarsi, per la prima volta, dell’amministrazione di un feudo il 13 gennaio 1809, assumendo l’incarico di podatario e reggidore del marchesato di Villacidro, Palmas e Musei. Il 12 agosto 1815 gli furono conferiti, come pure ai figli Camillo e Francesco e loro discendenti maschi, i privilegi del cavalierato e della nobiltà. Poco dopo, e precisamente il giorno 15 dello stesso mese, ricevette le armi gentilizie. Morì a Cagliari nel dicembre 1832. Suoi figli furono: Maria Anna Francesca Giovanna Sisinnia, Camillo e Francesco.

Maria Anna nacque a Cagliari nel 1790 e si sposò con l’Avv. Carlo Nater.

Camillo nacque a Cagliari nel 1789. Intraprese la carriera militare e raggiunse il grado di capitano nel 1° reggimento della Brigata Aosta. Si sposò con Mariannica Barabino, vedova del conte Avv. Michele Ciarella. La coppia non ebbe figli. Morì il 5 giugno 1835 ad Alessandria, travolto dal crollo della sua abitazione.

Francisco Ignacio Joseph nacque a Cagliari nel 1785. Anch’egli, come il padre e il proprio avolo, frequentò il corso di laurea in leggi. Si sposò, la prima volta, con Angela Rossi, figlia del negoziante e console imperiale austriaco Francesco Antonio Rossi e Raffaela Piras. Francesco Antonio Rossi, morto a Cagliari nel 1831, era nativo di Monteleone, località calabra.
Da questo primo matrimonio nacquero otto figli: Federico, Antonio (verificatore a Nizza delle contribuzioni dirette), Ludovico (Capitano del 10° reggimento di fanteria con Guarnigione a Genova), Vittorio (Consigliere presso l’Intendenza Generale di Cuneo), Luigia, Cristina, Margherita e Luigi.
Poco dopo la morte di donna Angela, avvenuta nel marzo del 1833, don Francesco si risposò con la cugina, donna Rita Fancello, nata a Cagliari nel 1806, figlia di don Pietro Fancello e di donna Maria Anna Alemand. Anche don Pietro Fancello, fratello di Maria Anna madre di Francesco, apparteneva all’agiata borghesia cagliaritana assai legata alla professione di avvocato a cui non mancava il titolo e il trattamento di don, il cui nome è ricorrente nella nomenclatura dell’apparato governativo.
Anche da questo secondo matrimonio nacquero otto figli: Pietro (Funzionario della Prefettura di Bari), Marianna, Giuseppina, Annunziata, Rosina, Carolina, Giulia e Carlo (Ufficiale di Marina).
Laureatosi in leggi, don Francesco cominciò la sua brillante carriera nell’apparato governativo impiegandosi nell’ufficio fiscale del regio patrimonio e, in considerazione dell’attività e dello zelo dimostrati, fu promosso a vice intendente generale della regia finanza per poi essere nominato nel 1812 intendente conservatore generale del Tabellone.
Il 30 giugno 1813 ricoprì la carica di primo vice intendente generale; il 13 ottobre 1816 quella di intendente generale e il 7 marzo 1819 occupò l’ufficio di revisore generale delle regie finanze. Il 13 febbraio 1822 gli venne riconosciuto il titolo, il grado e l’anzianità di giudice della Reale Udienza. Il 15 aprile 1826 fu nominato delegato speciale del monastero cagliaritano di Santa Chiara. Nel 1824 fece parte dell’apposita commissione della Reale Udienza che aveva il compito di verificare la bontà del progetto di un nuovo corpo di leggi civili e criminali per il Regno di Sardegna, elaborato da Costantino Musio, reggente la toga del Consiglio Supremo di Sardegna ed incaricato del progetto dal re Carlo Felice nel 1823. L’opera fu portata a termine e promulgata nel 1827 (Codice Feliciano).
Questa folgorante carriera subì un freno nel 1837 quando don Francesco fu allontanato dall’isola per la sua contrarietà troppo viva al governo e inviato senatore a Genova. Ma anche nella città ligure riuscì ad emergere, e infatti il 24 aprile 1846 fu nominato secondo presidente effettivo di quella assemblea.
Non mancarono riconoscimenti onorifici e infatti il 14 dicembre 1847 gli venne accordata la croce di commendatore soprannumerario dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, con la riserva di nominarlo effettivo con regie e magistrali patenti non appena si fosse reso disponibile il posto; il 26 marzo 1848 fu insignito del titolo comitale.
Intanto, il 17 marzo 1851, fu eletto presidente del Senato di Nizza e reggente il consolato nella medesima città. Morì a Nizza Marittima il 6 ottobre 1854; la moglie Rita morì a Cagliari il 7 gennaio 1868.

Il figlio Federico, avuto dal suo primo matrimonio, fu quello che più gli stette accanto e che maggiormente seguì le sue orme. Nacque a Cagliari il 6 gennaio 1810 e laureatosi in Leggi nel 1831 nell’Università di Cagliari, entrò, poco dopo, volontario nell’ufficio dell’avvocato fiscale generale patrimoniale e, dopo esserne divenuto effettivo, si trasferì nel 1837 a Torino, sempre come volontario, per ricoprire l’ufficio di avvocato generale presso il Reale Senato per poi riuscire a divenirne, anche questa volta, il titolare. Il 31 agosto 1839 fu chiamato a ricoprire l’ufficio di avvocato generale presso il magistrato della Reale Udienza; il 18 aprile 1842 assunse la carica di avvocato fiscale e l’11 luglio 1849 fu nominato giudice.
Dopo essere stato, nel 1861, procuratore del re a Tempio, l’11 gennaio 1880 concluse la sua onorata carriera a Cagliari con il grado di Consigliere di Appello, anche se per anni sostenne le funzioni di presidente.
Si era sposato con donna Anna Maria Ballero Melis, figlia dell’avv. Don Antonio Ballero Brayda e di donna Annica Melis.
Il conte Federico Mossa morì a Cagliari il 21 settembre 1891. Il titolo comitale passò nel 1922, per rinnovazione, al nipote Francesco Ballero Mossa.