Albero genealogico della famiglia De Andrada

 

I de Andrada (detti anche de Andrade), in Aragona furono famiglia assai illustre e molto vicina al Re. Diversi della famiglia ricoprirono l’importante incarico di Regio Ministro Camerario – che poneva l’investito nella piena confidenza del Sovrano – ed altre elevate cariche di corte.
Un Fernando de Andrada ebbe la disavventura di urtare il mutevole umore del Re Ferdinando il Cattolico il quale, agli albori del XVI secolo, lo spedì in Sardegna a fare il Capitano di Giustizia di Villa di Chiesa (l’odierna Iglesias), cioè a ricoprire una carica non da poco, ma di certo inferiore ad altre e che soprattutto teneva il de Andrada lontano dal fasto della corte.
Fernando de Andrada svolse benissimo il suo incarico così che Carlo I d’Asburgo (poi Carlo V Imperatore), in nome di sua madre Giovanna Regina di Castiglia e d’Aragona, rese ereditario nei discendenti l’incarico conferito all’ancora vivente Fernando cui conferì ancora il Privilegio di Nobiltà Sarda. Notevoli segni di favore, dunque, ma non tali da restituire il de Andrada alla Spagna.
Giovanni, figlio di Fernando, succedette al padre nella carica iglesiente e così pure, forse, qualche discendente del di lui figlio Fernando (i discendenti di questo secondo Fernando, peraltro, non dovettero durare molto poiché già dalla fine della prima metà del XVII secolo la carica di Capitano di Giustizia di Iglesias appare in potere di una linea della famiglia Salazar).
Alfonso de Andrada, un altro dei figli di Giovanni, militare di carriera, in giovane età ebbe il comando di una compagnia di fucilieri a cavallo; successivamente, essendo assai ben visto dal Re Filippo II, ottenne la nomina ad Alcayde (cioè governatore e comandante militare) della Città Reale di Castellaragonese (già Castelgenovese e modernamente Castelsardo), incarico che tenne egregiamente dal 1571. Nel giugno del 1577 Re Filippo gli inviò il brevetto di nomina a Governatore del Capo di Sassari e Logudoro, incarico prestigiosissimo che, unitamente all’altro paritetico del Governatore del Capo di Cagliari e Gallura, era secondo soltanto a quello di Viceré.
Sistemate tutte le sue faccende e passate le consegne al suo sostituto Don Leonardo Tola de Quiridoni, Don Alfonso lasciò Castellaragonese nell’agosto successivo ed iniziò il viaggio verso Sassari con tutto il seguito e la pompa che la nuova carica richiedeva.
Lungo la strada, già quasi all’altezza della Villa di Sorso, vuoi per il gran caldo estivo, vuoi per la fatica del pesante viaggio, vuoi per altri fattori endogeni, Don Alfonso venne colto da un malore che immediatamente si appalesò di grave entità tant’è che meno di un’ora dopo l’evento egli morì senza riprendere conoscenza. La carovana, ormai non lontana da Sassari, con il triste carico, raggiunse la città dove i segretari e gli ufficiali del seguito provvidero alla sepoltura del Governatore titolare.
Il defunto Don Alfonso non si era mai sposato ma, da una donna della sua casa, forse una governante, se non proprio una domestica, certa Margherita Rossellòn, aveva avuto il figlio Giovanni ancora ragazzo alla morte del padre. Mentre nulla si conosce della sorte della Rossellòn, si sa che il pupillo Giovanni venne adottato dalla zia paterna Donna Bianca, nubile, che dal Sovrano, che tanto favore aveva sempre manifestato verso Don Alfonso, riuscì ad ottenere il Rescritto di Legittimazione e il riconoscimento dei titoli nobiliari a vantaggio del pupillo Giovanni.
Donna Bianca ed il nipote si stabilirono a Sassari e questa donna si occupò esclusivamente dell’educazione del figlio adottivo che divenne un compito gentiluomo, oltretutto assai benestante.
Donna Bianca, infatti, era rimasta erede di larga parte del patrimonio familiare, avendo ricevuto sostanze paterne, della più vecchia sorella Maria, morta da molto tempo e, pur non sapendo bene come e perché, posto che non si conosce un testamento, anche le sostanze tutte del fratello Alfonso. Ella acquistò vaste proprietà a Sassari ed a Tempio dove amava trascorrere diversi mesi l’anno. Proprio a Tempio, dove morì, Donna Bianca fece testamento il 16.3.1581, nominando il nipote e figlio adottivo erede universale di ogni suo avere.
Don Giovanni de Andrada visse a Sassari. Sposò Donna Caterina Angela Leòn, presumibilmente figlia di un ufficiale o funzionario spagnolo di temporanea stanza a Sassari, ebbe prole e la sua discendenza si estinse agli albori del XVIII secolo senza aver dato a se stessa ed alla Città di Sassari quel lustro che, date le premesse, ci si sarebbe potuto attendere da siffatta famiglia.


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