Privilegio di cavalierato e nobiltà a Gavino Nieddu

4.10.1777

Privilegio di cavalierato

Vittorio Amedeo, per Grazia di Dio, Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme,
I servizi che il Dottore Collegiato nella Regia Nostra Università di Cagliari Gavino Nieddu di Buddusò ha fin ora prestati con merito di lode alla giustizia nella varie commissioni appoggiategli dal Governo, dopo d’averci nel 1774 mossi ad aderire al progetto da lui rassegnatoci per l’erezione di una nuova Tappa d’insinuazione nella Villa d’Ocier, e concessione di essa in feudo al medesimo, e a suoi successori col titolo di Signoria utile e coll’uso delle armi gentilizie, c’invitano ora a fargli sulle nuove di lui istanze sentire un altro effetto delle nostre Reali grazie coll’aggiunta del privilegio di Cavalierato e nobiltà, mediante l’offerta finanza di scudi mille, persuasi che sarà egli da ciò vieppiù impegnato a distinguersi per il detto servizio della giustizia, come anche per il nostro, e ad animare così col proprio esempio i suoi posteri a farne altrettanto. Quindi è che per il presente di certa nostra scienza, Regia autorità, ed avuto il parere del nostro Consiglio, mentre con altro nostro diploma concediamo al riferito Dottore Collegiato Gavino Nieddu, e ai suoi figliuoli e discendenti maschi il privilegio di nobiltà, accordiamo loro col presente quello di Cavalierato, sicché esso D.re ed i medesimi siano in avvenire denominati, ed intitolati Cavalieri, possano cinger spada e portar tutte le altre divise, ed ornamenti proprii dell’equestre dignità, e godere di tutti gli altri privilegi, esenzioni, libertà, dignità ed onorificenze delle quali di ragione, e giusta le prammatiche, Capitoli di Corte, usi, stili e consuetudini di tutti i nostri dominii, e specialmente del Regno Nostro di Sardegna godono, possono o sono soliti a godere in qualunque circostanza gli altri Cavalieri decorati del cingolo militare, mediante che lo stesso Dottore Gavino Nieddu venga prima, secondo il solito armato Cavaliere, a qual fine autorizziamo col presente il nostro Viceré, o chi verrà da lui a nome nostro destinato, e che sborsi alla Regia Nostra Cassa l’accennata somma di scudi mille. Mandiamo pertanto ad esso Viceré, Luogotenente, e Capitano Generale, a tutti i nostri Ministri, magistrati ed uffiziali, ai titolati, nobili, e Cavalieri, e generalmente a tutti i nostri Sudditi di stimare, e riputare esso Dottor Gavino Nieddu ed i suoi figlioli e discendenti predetti da noi, come sopra legittimamente creati, e costituiti, con farlo e lasciarlo godere di tutti i privilegii, esenzioni, ed onorificenze sovra espresse, ed il presente registrarsi presso lo Scrivano del Razionale, che tale è la Nostra mente.
Dat. dal Castello di Moncalieri, lì quattro del mese di ottobre l’anno del Signore mille settecento settanta sette, e del Nostro Regno il quinto.
Vittorio Amedeo.

Privilegio di nobiltà

Vittorio Amedeo, per Grazia di Dio, Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme,
In coerenza dell’altro nostro diploma del giorno d’oggi di concessione del privilegio di Cavalierato a favore del Dottore Collegiato di Leggi nella Regia Nostra Università di Cagliari, Sig. utile della Tappa di insinuazione d’Ocier Gavino Nieddu, e de’ di lui figliuoli e discendenti maschi, volendo anche decorarli di quello di nobiltà; Quindi è, che per il presente di certa nostra scienza, Regia Autorità, ed avuto il parere del nostro Consiglio accordiamo ad esso D.re Collegiato Gavino Nieddu, ed ai riferiti suoi figliuoli, e discendenti, il privilegio di nobiltà, creandogli e dichiarandoli veri nobili, sicché per l’avvenire siano i medesimi considerati, stimati, e qualificati per tali da ogni persona di qualsivoglia grado, stato e condizione, e sì in giudizio, che fuori, ed in ogni atto pubblico e privato, ed abbiano a godere di tutti le onorificenze, dignità, ufficii, ragioni, libertà, insegne, distinzioni, grazie ed indulti di cui per dritto, ed in virtù delle prammatiche, Capitoli di Corte, usi, stili e consuetudini del Regno Nostro di Sardegna godono, possono e sogliono godere gli altri Nobili d’esso Regno.
Mandiamo per tanto al Viceré, Luogotenente e Capitano Generale del Regno stesso, ed a tutti li nostri Ministri, Magistrati, ed uffiziali, ai titolati, nobili, e Cavalieri, e generalmente a tutti i nostri Sudditi di così osservare, e far osservare, ed il presente registrarsi presso lo Scrivano del Razionale, che tale è la nostra mente.
Dat. dal Castello di Moncalieri, lì quattro del mese di ottobre l’anno del Signore mille settecento settanta sette, e del Nostro Regno il quinto.
Vittorio Amedeo.