Francesco Boyl

Francesco Boyl marchese di Putifigari, nacque a Cagliari nel 1801. Sposò a Torino nel 1824 Carolina Tapparelli dei Conti di Lagnasco e divenne Conte di Villaflor nel 1839.
Colonnello di fanteria fu, oltreché gentiluomo di camera di Carlo Alberto e Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, uno dei fondatori, assieme a Cavour, del circolo del whist. Ebbe tre figli e morì a Torino nel 1869.
Le lettere che proponiamo furono scritte nel 1848 al primogenito Carlo Felice (nato nel 1828 a Torino e morto nel 1904).

Torino 7.4.1848

"Figliuolo mio dilettissimo,
(…) con quanto dolore t'abbia visto partire, caro il mio Carlo, è impossibile esprimerlo, e la forza che dovetti fare su me stesso per non obbligarti maggiormente, al momento della nostra separazione, mi venne meno e quindi dovetti dar sfogo al mio dolore subito dopo la mia partenza.
(…) Appena giunto al Corpo, figliolo mio, vai subito a fare visita a tutti i superiori senza dimenticarti anche quelli d'egual grado, dovendo sempre aver presente che per farsi amare bisogna sempre essere gentili con tutti, e poi una visita costa così poco che val la pena di farla per procurarci tante cose benevoli. E posto che viene di questo discorso, ti prego di essere verso i Cacciatori, nello stesso modo come tratti i Granatieri, perché in qualunque evento non puoi dimenticare che appartieni e porti il nome di una famiglia sarda, e che dalla Sardegna solo ricevi lustro, e conseguentemente ti conviene mettere ogni cura per procacciarti la simpatia di tutti i coloro con i quali un giorno avrai da fare (…)."

 

Torino, 1.5.1848

"Figliuolo mio dilettissimo,
ricevetti la tua lettera del 28 con indicibile sorpresa, poiché ero persuaso che la ragione avrebbe messo un freno ai tuoi desideri, o per meglio dire ai tuoi capricci, che in tal senso devo chiamare la tua insistenza a voler essere quello che le mie forze non mi permettono (…).
E' d'uopo che tu non dimentichi che eri nel primo Reggimento dell'armata, composta dai primi Signori del Paese, e che se non sei contento devi ringraziare te stesso, che in seguito alla rissa che può aver avuto luogo tra alcuni soldati dei Granatieri ed alcuni altri dei Cacciatori, tu ti trovi in una posizione falsa, e se fossi in Cavalleria sarebbe lo stesso. I Sardi in tutti i tempi hanno servito tanto nei Granatieri quanto negli altri Corpi, non hanno avuto mai a dolersi della loro posizione, visto che non sei il primo Sardo nei Granatieri e Guardie e che i San Vittorio, i San Filippo, i San Just, i Villamarina e vari altri si trovarono benissimo e vi lasciarono i loro nomi, perché tu solo dovresti disgraziato e farti vittima? E senza badare poi al pericolo che corri non sapendo montare a cavallo. (…)"

Villa Boyl 7.7.1848

"Figliuolo mio dilettissimo,
(…) Dio voglia, figliolo mio, che quest'Arma ti convenga, mentre da quanto intesi a dire, hai una gran propensione a far nulla, ed in questo caso faresti un gran torto a te, ed alla famiglia verso della quale sei responsabile del nome che porti (…).
Addio mio caro Carlo, amami quanto ti amo, e credimi colla massima tenerezza. Tuo amorosissimo padre Francesco."

Torino, 20.7.1848

"Figliuolo mio dilettissimo,
due righe in fretta per comunicarti che con questo corriere ti spedisco un paio di pantaloni dei quali devi averne abbastanza, poiché ne hai fatto fare un altro paio a Venezia. Di quanto alla tunica ne hai due e bastano per coricare al bivacco. L'altra nuova la troverai al tuo ritorno a Torino, mentre non bisogna che dimentichi che non ho denari, e che io non posso mandare la famiglia alla limosina per aggraziare i tuoi capricci, dei quali comincio ad essere stufo oltre misura (…)
Con la massima tenerezza tuo aff.mo padre Francesco."

Queste invece alcune delle lettere che Carlo scrisse al padre Francesco:

Roveredo, 28.7.1848

"(…) Addio caro buono ed ottimo babbo, mi perdoni le mie storderie passate mi ami quanto l'amo, cioè svisceratamente. Baciandole rispettosamente la mano, imploro la sua benedizione e sono suo affez.mo figlio, Carlo di Boyl"

Rattemberg, 3.8.1848

"Ottimo babbo, eccomi ad una delle più belle ore per me cioè quella nella quale posso trattenermi con i miei cari genitori. Godo sempre ottima salute, e fo' voti affinché sia pure così della mia carissima famiglia alla quale non vi passa ora della giornata senza che il mio pensiero si fermi per pensare a lei. Dio voglia che questa mia prigionia finisca presto e che possa in breve abbracciare i miei cari parenti.

Lettera scritta dal Maresciallo Radetzky a Francesco durante la prigionia di Carlo.

Milano, 27.8.1848

"Monsieur,
Agiant en coneissance que Madame la Contesse de Boyl a tache' avec bonte' de soulager le triste sort de non prisonners de guerre a' Turin, je me suis empresse' de donner les ordres necessaires afin que l'on traite M" son Fils avec tous les egards, en lui offrant en cas de besoin une somme, pour qu'il puisse se rendre directement au sein de sa famille.
Venillez donc, Monsieur, en cas que mes offres seraient parvenus trop tard a' M" de Boyl fair connaitre a' Madame la Contesse, mon intention de lui prouver ma gratitude pour ses procedes pleins de bonte' envers non prissoniers.
Agreez, Monsieur, l'assurance de ma parfaite consideration.
Radetzky

M' Denois Consul General de la Repubblique Francaise a' Milan.